Intelligence, Paolo Messa al Master dell’Università della Calabria: “La gestione delle informazioni per la tutela dell’interesse nazionale” R

Rende (10.3.2020) – “La gestione delle informazioni è fondamentale per la tutela dell’interesse nazionale”. Ha esordito così Paolo Messa, fondatore di “Formiche”, nell’avviare la sua lezione in video conferenza al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Messa ha ricordato che l’intelligence richiede la capacità di saper selezionare e analizzare i dati trasformandoli in informazioni da mettere a disposizione del decisore. Ha quindi precisato che nel comparto della sicurezza nazionale il committente è il Governo: il fabbisogno informativo è infatti elaborato dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica che indica le priorità delle azioni necessarie alla tutela degli interessi del Paese.
Affrontando il tema dell’emergenza per il diffondersi del Coronavirus, Messa ha ricordato come quello di epidemie e pandemie sia classicamente uno dei più significativi rischi per la sicurezza nazionale. “Il rischio sanitario rappresenta una minaccia fortissima all’interesse nazionale anche perchè ad esso, come vediamo nel caso del Covid-19, sono collegate fortissime criticità per l’economia, oltre che per la tenuta sociale del Paese stesso”. Questo virus può destabilizzare l’economia mondiale e l’Italia rischia di entrare in una recessione difficile da superare in tempi brevi. Va quindi considerato il fattore geo-politico e geo-economico. “La Cina – ha spiegato Messa – rappresenta un regime non democratico che non concede l’accesso diretto alle informazioni. Non sappiamo quindi cosa realmente accada a Wuhan o nelle altre province del celeste impero se non quello che viene consentito dal Partito che sia comunicato. Allo stesso modo, Pechino promuove una forte campagna di propaganda per rassicurare i mercati e le grandi compagnie straniere che lì hanno le proprie carene di produzione. Cosa di meglio se non spiegare che l’epicentro della crisi epidemica non è in Cina bensì in un altro Paese, magari l’Italia? La speculazione finanziaria ed economica su scala così larga è la minaccia dell’interesse nazionale per definizione”.
Restando sul versante del confronto strategico con la Cina, Messa ha poi affrontato il tema del dominio tecnologico. “La dimensione cibernetica – ha sottolineato – è cruciale per la sicurezza nazionale. Non a caso, è l’infosfera il terreno di scontro tra Cina e Stati Uniti. Il governo cinese detiene il controllo delle sue aziende e, quindi, può – anche solo potenzialmente – disporre dei dati acquisiti o acquisibili attraverso di esse. Per questa ragione, i nostri alleati considerano il dumping economico di imprese come Huawei e ZTE una minaccia ai propri interessi nazionali. Quando parliamo di 5G citiamo una tecnologia abilitante. Il suo controllo farà la differenza e questo forse spiega il senso della Guerra Fredda 2.0 che l’Europa si ostina a non cogliere perseguendo una velleitaria idea di terza via”.
Il docente ha concluso analizzando l’interesse nazionale italiano in questa dinamica. “L’Italia – ha ricordato – ha una storia ed una tradizione euroatlantica ed è un Paese protagonista della NATO. L’interscambio commerciale con gli Stati Uniti ha dimensioni straordinarie, e di segno positivo. Al contrario, quello con la Cina è modesto e di segno negativo: noi importiamo più beni dal gigante asiatico di quanti ne esportiamo. Potremmo quindi parlare di investimenti finanziari o industriali. Non c’è partita a favore di Washington DC nei confronti di Pechino. Il punto però non riguarda la contabilità bensì ha a che fare con la nostra stessa identità. Quanto vale per noi la difesa del valore della libertà?”.

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About the author: Giuseppe Naccarato